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INTERNET-NOBEL PER LA PACE 2010

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Con il supporto di Shirin Ebadi, Giorgio Armani e Umberto Veronesi, Wired ha candidato il web per l’assegnazione
dell’importante riconoscimento.


Candidare internet e i suoi padri fondatori all’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2010. E’ l’iniziativa del mensile Condè Nast Wired Italia, che inizia con il numero di dicembre una lunga campagna di sostegno della durata di dieci mesi. Si tratterà di un viaggio attraverso il ruolo che la rete gioca, ha giocato e giocherà nella promozione di pace, integrazione e comunicazione in tutto il mondo.

Il numero di dicembre, in uscita sabato 21, si concentrerà su quello che è stato evidenziato dal direttore di Wired Italia, Riccardo Luna, come il punto di partenza della campagna Internet for Peace: la rivolta iraniana di Teheran dopo le ultime elezioni presidenziali. “Dobbiamo guardare a internet come a una grande community in cui uomini e donne di tutte le nazionalità e di qualsiasi religione riescono a comunicare, a solidarizzare e a diffondere, contro ogni barriera, una nuova cultura di collaborazione e condivisione della conoscenza. Internet può essere considerato per questo la prima arma di costruzione di massa, in grado di abbattere l’odio e il conflitto per propagare la democrazia e la pace. Quanto accaduto in Iran dopo le ultime elezioni e il ruolo giocato dalla rete nella diffusione delle informazioni altrimenti prigioniere della censura sono solo l’ultimo esempio di come Internet possa divenire un’arma di speranza globale”, ha spiegato Luna, confessando che l’idea è balenata in seguito a un affermazione di Rita Levi Montalcini, che individuò nella rete un fattore in grado di cambiare il mondo.

Da un premio Nobel (Levi Montalcini per la medicina nel 1986), all’altro: a proporre ufficialmente la candidatura del web, come previsto da regolamento, è il Nobel per la Pace 2003 Shirin Ebadi. A prestare il volto al progetto come ambasciatori, anche lo stilista Giorgio Armani, Umberto Veronesi e i direttori di Wired Uk, David Rowan, e di Wired Usa, Chris Anderson.

Il cammino dell’iniziativa, che si propone di coinvolgere altri editori in tutto il mondo e assicura di avere il sostegno di un altro news magazine italiano, sarà cadenzato dal sito internetforpeace.org (firmato dal Gruppo Ogilvy), da un canale YouTube dedicato e da una serie di video-racconti in onda mensilmente su Current Tv, canale del, non a caso, Premio Nobel per la Pace 2007 Al Gore.

“Da sempre la democrazia germoglia dove c’è accoglienza, ascolto, scambio e condivisione. [...] Ecco perché internet è strumento di pace [...]”, recita il manifesto redatto da Wired, che si iscrive perfettamente in un contesto in cui i regimi totalitari temono la libera circolazione di informazioni su internet, la Cina su tutti, e in cui, l’esempio iraniano ne è stata l’ultima manifestazione, social network e blog testimoniano in tempo reale quello che le agenzie di stampa non arrivano a raccontare.

Internet è la voce del popolo e, in quanto tale, non è arginabile. E’ democrazia e, aspetto destinato a suscitare perplessità nel cammino in direzione del Nobel, in taluni casi anarchia. Internet non è buono, come sottolineato dalla stessa Shirin Ebadi (protagonista della copertina di dicembre - nella foto) “può essere usato anche per favorire guerre e terrorismo, come dimostra l’opera di proselitismo dei talebani. Ma il passa parola della sollevazione di Teheran - che ha viaggiato anche al ritmo di 220mila Tweet all’ora - è stato troppo impetuso per lasciare anche il minimo dubbio sul fatto che senza la rete non sarebbe stato possibile”.

Internet è un mezzo. E in un contesto in cui, quello europeo, con la legge francese Hadopi si mette in dubbio il fatto che l’essere connesso al web sia o meno un diritto fondamentale di ogni cittadino e in cui, parlando del Bel Paese, si è ancora reticenti a sostenere con tutte le risorse, economiche e non, possibili lo sviluppo della banda larga, l’iniziativa di Wired si propone di mettere un punto. Non di conclusione, ovviamente, ma di partenza: il web può e deve promuovere pace e comunicazione. E chi ritiene che questo stia già avvenendo non può che sottoscrivere la candidatura al Nobel per la Pace 2010.


• Martina Pennisi

tratto da http://quomedia.diesis.it/news/19975/a-internet-il-nobel-per-la-pace

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